5 miti SEO da sfatare

Il mondo del web è in continua evoluzione. E di pari passo anche il mondo della SEO. Esistono dunque alcuni miti SEO da sfatare che riguardano la Search Engine Optimisation, pratiche considerate fondamentali e di vitale importanza alcuni anni fa, ma ormai sorpassate dopo i recenti upgrade di Google.
Ecco quindi un elenco con 5 miti SEO da sfatare, considerando gli ultimi trend e comportamenti offerti dal motore di ricerca più famoso del web. In questo modo i tuoi sforzi potranno concentrarsi su attività realmente importanti per migliorare l’indicizzazione e il posizionamento di un sito web.
1 – I link sono un fattore SEO più importante del contenuto
Il primo dei miti SEO da sfatare è quello relativo ai link. Secondo alcuni infatti sarebbero loro il fattore SEO più importante in assoluto di un sito web. Probabilmente questa affermazione sarebbe stata da considerarsi vera nei primi anni di vita di Google. Ma oggi no.
È assolutamente vero che i link sono il carburante che alimenta il tuo ranking. Sono molto importanti perchè aggiungono affidabilità e valore al tuo sito web, naturalmente se pertinenti alla pagina e provenienti da domini affidabili.
Ma se il tuo sforzo fosse solo limitato a una link building fine a sè stessa, senza la minima preoccupazione della qualità dei contenuti offerti dal tuo sito, come si comporterebbe un utente che arriva sul tuo dominio seguendo quei link? Quasi sicuramente abbandonerebbe le tue pagine in pochissimi secondi, facendo aumentare la frequenza di rimbalzo. Ciò porterebbe a un fattore di ranking negativo: questo indice ha guadagnato molta importanza negli ultimi anni agli occhi di Google.
2 – L’ottimizzazione per dispositivi mobili non è così importante
Dopo l’annuncio del mobile first indexing, Google ha confermato senza mezzi termini che non sarà più interessato a pagine web non ottimizzate per dispositivi mobili.
Al giorno d’oggi tutte le statistiche che riguardano la fruizione del web sono concordi nell’affermare che i dispositivi mobili sono i più usati. Questa è la motivazione alla base della scelta di Google: premiare i siti web che offrono un esperienza utente ottimizzata per mobile perchè sono i dispositivi più utilizzati dagli utenti per navigare.
3 – Il ranking è la sola cosa che conta
È risaputo che gli utenti preferiscono solitamente cliccare sui primi tre risultati di ricerca nella prima pagina della SERP di Google, prestando pochissima attenzione ai risultati posizionati dalla quarta posizione a scendere.
Questo è verissimo, ma esistono anche altri fattori da considerare.
Infatti alcune statistiche riferiscono che il 34,85% delle ricerche da desktop e il 65,10% delle ricerche da mobile non terminano con un click su nessuno dei risultati di ricerca offerti da Google. Quindi occupare una delle prime tre posizioni della SERP di Google non implica una automatica crescita del traffico web verso la pagina posizionata.
Quello che la fa da padrone, anche nelle SERP e nonostante Google ti possa reputare positivamente dandoti le prime posizioni, è sempre il contenuto che si offre all’utente: un meta title accattivante o interessante in 8° posizione potrebbe generare più traffico sulla pagina alla quale si riferisce rispetto a uno noioso in prima posizione.
4 – Le meta description influenzano il ranking di Google
Le meta description sono importantissime per rendere più interessanti e accattivanti le tue pagine agli utenti che le leggono nelle SERP di Google. Ma le meta description non influiscono più direttamente, come era alcuni anni fa, sul ranking che Google applica ai siti web.
Ad oggi quello che è diventato fondamentale agli occhi del motore di ricerca è l’esperienza utente che offri sul tuo dominio, quanto possa essere interessante e pertinente il tuo contenuto e quanto un visitatore rimane sulle pagine del tuo dominio.
Non si sta affermando che le meta description non siano importanti, ma che hanno perso quel ruolo predominante nella SEO ricoperto fino ad alcuni anni fa. Una meta description appropriata e ben fatta è in grado di portare traffico sul tuo dominio dalle SERP di Google, ma è quello che propone il tuo sito web all’utente a ricoprire un ruolo primario.
5 – È necessario usare keyword che offrono una corrispondenza esatta
Nulla di più errato. Le keyword sulle quali può essere costruito un contenuto online sono fondamentali, ma non è necessario ottimizzare esclusivamente per parole chiave con “corrispondenza diretta“. Infatti Google è in grado di attribuire un “significato” alla query di ricerca di un utente e restituire in SERP pagine che a volte neanche contengono quel termine di ricerca.
Quindi piuttosto che concentrarti su parole chiave in “corrispondenza diretta”, con la possibilità di incappare in problemi di keyword stuffing, crea dei contenuti interessanti che sfruttino magari sinonimi o costrutti semantici che siano vicini alla keyword per la quale desideri ottimizzare un contenuto web.
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